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Sabato, 29 Agosto 2020
Domenica, 30 Agosto 2020

PUNTA SORAPISS

Dolomiti Ampezzane

Per la sua posizione centrale rispetto alle altre cime dolomitiche, il Sorapìss è in grado di regalare a chi ne raggiunge la sommità un panorama veramente completo.
La via normale al Sorapìss (3205 m) non presenta grosse difficoltà alpinistiche (PD+, 2° con un passaggio di 3°) ma è piuttosto lunga e faticosa, si svolge in ambiente severo e la qualità della roccia è appena discreta.
Proprio per queste sue caratteristiche, mentre le altre famose cime dolomitiche vengono prese letteralmente d’assalto durante le belle giornate estive, qui è molto facile trovarsi da soli a godere in via esclusiva della bellezza del luogo; una salita ancora risparmiata da attrezzature fisse e da altri artifizi predisposti dall’uomo per facilitarne l’accesso.
Dalla partenza della funivia seguiamo il sentiero 228 che, passando per il Rifugio Scotter (1580 m) porta al Rifugio San Marco (1823 m) dove pernottiamo.
Il giorno successivo, percorrendo il sentiero 226 raggiungiamo la Forcella Grande (2055 m) e da qui seguendo il sentiero 246 per l’evidente vallone che scende dal Sorapìss ci porteremo fino al Bivacco Slataper (2600 m).
Dal qui saliamo a destra il ghiaione che in pochi minuti porta all’attacco della via normale che, con un percorso segnato con ometti e qualche bollo rosso, ci conduce in vetta.
La discesa avviene per la stessa via di salita.
Riportiamo un paio di curiosità legate a questa cima.
Le acque di fusione dei tre piccoli ghiacciai che si incuneano tra i canaloni e le pendici più alte del Circo del Sorapìss, dopo aver in parte alimentato il piccolo lago omonimo a monte del Rifugio Vandelli, proseguono per via sotterranea sino a dare origine, presso il gradone roccioso che precipita verso valle, all’alta e bella cascata Il Piss, donde il nome della montagna “sora el pìss”.
Proprio su queste pareti fu inventata la tecnica di discesa in corda doppia. La guida Checco Lacedelli che accompagnò Grohmann nella prima salita a questa cima (anno 1864) durante la discesa, a causa di un errore di percorso, ebbe l’idea geniale di passare la corda attorno ad uno spuntone e di recuperarla tirandone un capo.
Questa mossa consentì alla vecchia guida e al suo illustre cliente di raggiungere il ghiaione che sta alla base delle rocce e continuare così senza difficoltà la discesa per poi arrivare a Cortina.


  • Difficoltà: PD+ (Poco Difficile)
  • Tempo di percorrenza: 3 + 10 ore
  • Dislivello: 650 + 1385 m

  • Mezzo di trasporto: Mezzi propri
  • Responsabile: Mauro Remonato, Pierluigi Chenet, Giacomo Bonato

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