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Che le montagne cadano è una cosa naturale. La gravità porta i corpi dall’alto verso il basso. Se non fosse così la pianura padana sarebbe un grande golfo.
Fin qui nulla di particolare, ma che tali crolli avvengano in pieno inverno (dove tutto dovrebbe essere congelato!) questo ci fa riflettere. Ma possiamo parlare di inverno in quello che siamo appena entrati? E’ tutto da dire.
Parte della risposta, sta appunto in questa affermazione: che inverno stiamo attraversando?
Si è parlato di autunno caldo, uno dei maggiori negli ultimi 200 anni.
Le notizie suscitano clamore perché stanno crollando pezzi di montagne dolomitiche che tutti conoscono. Torre Thephor alle Cinque Torri, Cima Una in Val Fiscalina, Parete Nord del Pelmo, lo Sciliar e ora il Sass Maor nelle Pale di San Martino a dicembre. Pur volendo essere degli inguaribili ottimisti, non possiamo nascondere che tali eventi ci fanno riflettere. La domanda sorge spontanea: come mai così frequenti negli ultimi tempi, anche se si tratta di fenomeni naturali?
La risposta, a parere del geologo Ugo Scortegagna della Comissione Scientifica Nazionale del CAI, si può riscontrare e trovare nei cambiamenti climatici che stiamo attraversando, o meglio che il Pianeta Terra sta subendo. - Ricordiamoci che in montagna vige la legge dell’equilibrio non lineare, pertanto piccoli effetti di cambiamento provocano danni irreversibili. Cos’è la legge dell’equilibrio non lineare? -
- Esempio:a un escursionista che sta camminando e un alpinista che sta arrampicando, quanta energia serve per fare cadere a terra l’uno e/o l’altro? L’escursionista ha bisogno di una spinta con una certa energia, mentre all’arrampicatore basta fargli il solletico (poca energia) per provocare la sua caduta con danni non indifferenti .Questo è l’equilibrio non lineare. Ecco, scusate la banalità, ma in montagna vige questo principio; pertanto sbalzi di temperatura repentini e frequenti, precipitazioni intense in spazi ristretti e tempi brevi, tutto legato ai cambiamenti climatici in corso, - continua il geologo - fanno si che l’acqua che si infila nelle fratture, essendo rocce molto stratificate e ricche di diaclasi, intorno ai zero gradi centigradi (situazioni frequenti a certe quote), si geli aumentando di volume, provocando una apertura e allagamento delle fratture e che poi durante il giorno si sgeli e le rocce smosse scendano verso il basso, anche in volumi cospicui, come i casi che abbiamo citato.-
Siamo a conoscenza che l’Università di Padova, ha in programma un piano di monitoraggio a laser, per prevenire, o meglio prevedere, i vari crolli, in modo da non creare danni ai frequentatori della montagna.
Purtroppo questo sarà il destino delle nostre care Dolomiti, che anche se riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco questo non le preserva dalle leggi naturali che talora, favorite dall’azione umana, non risparmia nessuno.
Ecco perché il CAI di Bassano del Grappa organizza dei corsi invernali per la progressione in sicurezza in montagna fornendo una preparazione specifica alle varie attività con istruttori nazionali e regionali in modo da fornire quegli elementi di valutazione utilissimi ai fruitori della montagna in ambiente invernale.
Soni già aperte le iscrizione al Corso di escursionismo invernale che inizierà l’11 gennaio, al Corso avanzato di sci escursionismo per il 19 gennaio ed al Corso di scialpinismo e snowboard alpino per febbraio.
Per informazioni rivolgersi alla sede CAI di Bassano del Grappa in Via Schiavonetti, 26/O.