Jhon Ruskin
Le montagne sono le grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i loro mosaici di nubi, i loro cori di ruscelli, i loro altari di neve, le loro volte di porpora scintillanti di stelle.
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Nato in Val di Fassa, figlio di un forestale, Franco aveva presto imparato a conoscere le montagne; prima che alpinista era un montanaro, un uomo di grande rigore morale e di una estrema dignità, che conosceva la fatica e i sacrifici che il raggiungimento di una qualsiasi meta impone agli uomini onesti.
Era arrivato al CAI con il XV Corso Sezionale di Alpinismo nel 1973, ad una età nella quale molti arrampicatori chiudono o rallentano la loro esperienza; le sue qualità innate ne avevano fatto subito un alpinista di classe La sua progressione è esemplare; le Langes, le Castiglioni, le Solleder, le Tissi; una scala di difficoltà su vie classiche studiata ed applicata con metodicità.
Nel 1976 è già Istruttore Nazionale di Alpinismo e si dedica alla Scuola Sezionale con entusiasmo; dotato di una forte personalità che non poteva lasciare indifferente chiunque gli fosse vicino, sapeva suscitare con i suoi modi semplici una immediata simpatia ed una istintiva sicurezza.
Il lavoro e la famiglia ne limitano l'attività alle Dolomiti, alle salite che poteva effettuare partendo da casa alle tre del mattino per essere di ritorno prima di sera, ma nelle poche ferie che si può concedere partecipa alla spedizione "Riviera del Brenta" alle Ande e compie significative classiche sul Monte Bianco e sul Gran Paradiso.
Nel suo diario, settantaquattro pagine di un grosso quaderno, che intitola "Annotazioni cronologiche sulla mia attività alpinistica", registra con scrupolosa precisione le corse in Grappa, le passeggiate nei boschi, assieme alle imprese nelle Dolomiti, al Bianco, all'Huandoy.
Annota le difficoltà incontrate, le condizioni del tempo, il nome del primo salitore e l'anno della prima ascensione. Ne traspare una allegra ironia che diviene talvolta severa autocritica dei propri errori e delle proprie indecisioni, una enorme disponibilità ad accompagnare gli amici e gli allievi su vie già conosciute (ripetere cinque volte lo spigolo del Velo), una ferma volontà di riportarsi all'attacco delle vie (alla Tissi della Trieste quattro volte) che per le condizioni del tempo o per la giornata balorda aveva fallito. Il fascino che la natura alpina esercita su di lui, è tanto forte da doverlo partecipare alla sua piccola famiglia ed accompagnarla, la domenica successiva, ad ammirare la sua ultima scoperta.
Ma soprattutto traspare il senso di responsabilità verso se stesso, i suoi cari e i compagni di cordata che determina il severissimo allenamento fatto di ginnastica, di lunghissime "scarpinate" di zaini impossibili con sovraccarico di ghiaia.
Ma lasciamo sia Franco a parlarci attraverso alcuni brani tratti dal suo diario. In noi, che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo, resta il ricordo di un amico leale.
13 Maggio 1973
Pale di S.Martino - Camino degli Angeli - mt. 400 - difficoltà 3° - ore 5
In cordata con Carlo Zonta ed Eugenio Battaglia
Sono arrivato in vetta molto stanco, ma tanto contento. E' la mia prima salita.
1 Luglio 1973
Cima Val di Roda - via Langhes mt. 700 - diff. 3° - ore 8
Comando alternato con Renato T.
Siamo ancora dei polli.
3 Agosto 1974
Pala di S.Martino Pilastro S.O. mt. 550 - diff. 3°, 4° solitaria
Parto alle 11 da S.Martino, per il Col dei Becchi. Raggiungo l'attacco della via Langes al Pilastro S.O. della Pala di S.Martino. Salgo per circa 100 mt. Poi mi prende la fifa e decido di tornare.
13 Agosto 1974
Pala di S.Martino Pilastro S.O. mt.
Inizio la scalata alle 11.30. Questa volta sono tranquillo e sicuro di riuscire. Alle 15.30 sono in vetta. Ho perso circa un'ora per essere andato fuori via seguendo alcuni chiodi che mi hanno portato ad un punto morto da cui ho dovuto tornare in doppia. Non sono ancora molto esperto nell'interpretare le relazioni.
14 Marzo 1976
Per Val Cornosega, Campo Croce, Valle S.Felicita, Cavallo, Noselari, Solagna, Cresta di S.Giorgio, Campo Solagna, Noselari, Valle S. Felicita, Borso.
Ore 9 Non sono ancora in forma !
23-24 Luglio 1977
Monte Bianco - Aquille de Rochefort, Dente del Gigante.
Siamo accampati in Val Veni. Prima percorriamo la Cresta di Rochefort, poi al ritorno saliamo il Dente del Gigante.
Al mattino alle 4 partiamo per la parete Nord della Tour Ronde sempre con tempo bellissimo. Alle 8,30 siamo in vetta. Alle 12 siamo alla nostra tenda contentissimi di queste belle salite effettuate. Nel pomeriggio il tempo cambia e andrà peggiorando per tutta la settimana.
21-28 Luglio
Mont Blanc du Tacul - can. Gervasutti, Monte Bianco - Sperone della Brenva, Gr. Jorasse - cresta des Hirondelles, Gran Paradiso - parete N.O.
In otto giorni abbiamo percorso circa 8000 metri in salita e 9000 in discesa e camminato per circa 60 ore.
Il tempo è stato stupendo.
Tutte le vie mi hanno entusiasmato, specialmente lo sperone della Brenva. La cresta des Hirondelles merita di essere percorsa quando è in buone condizioni.
Pochi giorni dopo, il 13 agosto, durante una normale escursione in compagnia di amici, scivolava sul ghiaccio, sotto la Punta Taviella.
Rileggendo dopo qualche anno le pagine del diario, rimango ancor più impressionato dai giudizi che dava a se stesso. Prima di giudicare gli altri metteva alla prova le proprie capacità sia fisiche che psichiche. Da questo probabilmente nasceva il grande senso di responsabilità e di sicurezza che trasmetteva epidermicamente. Questi probabilmente sono stati i valori per i quali, tutti d'accordo, abbiamo detto che Franco è stato una pietra miliare nella nostra Scuola in quando passaggio generazionale e di pensiero. Probabilmente per questo, quasi inconsciamente ma all'unisono, abbiamo deciso di dedicare a lui la Scuola di Alpinismo.
Ma la Scuola continua il suo cammino e non vive di ricordi ma di realtà giudicando se stessa giorno dopo giorno, anno dopo anno, proprio come faceva lui, per poter essere tramandata di generazione in generazione.