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Domenica, 06 Settembre 2015

Pizzo di Vezzena

Altopiano dei Sette Comuni

La corona di cime che cinge a nord l'Altopiano dei Sette Comuni, tristemente nota per le vicende della Grande Guerra e caratterizzata da nudi versanti di roccia calcarea, sarà l'oggetto della nostra escursione. In particolare, porremo l'attenzione sul settore occidentale della catena. Precisamente al tratto tra Cima Mandriolo e Spiz Vezzena, dove prevale sotto il profilo geologico la formazione dei calcari grigi. Qui le banconate di calcari grigi si ergono in spettacolari e vertiginose pareti e sono ben visibili anche da vicino, dove la roccia è stata denudata dall'erosione. La facilità di lettura, consentirà durante l'escursione, soste didattiche finalizzate ad introdurre gli escursionisti alla comprensione di come si siano formati i calcari grigi, ma l'escursione sarà anche la visione di un aereo e ameno paesaggio che spazia dagli Altipiani alla Valsugna, contornato da boschi di larice e praterie alpine, ma dove anche la Prima Guerra Mondiale ha lasciato le sue tristi tracce.
L'escursione avrà inizio da Porta Manazzo (1755 m). Risalendo poi il segnavia 205 e seguendo la cresta che delimita i pascoli a sud e le strapiombanti pareti a nord giungeremo a Cima Mandriolo (2049 m), punto più alto dell'escursione.
Se la giornata sarà limpida lo sguardo volerà sulla Valsugana, sui laghi di Levico e Caldonazzo e sulle cime dei Lagorai e delle Dolomiti. Proseguendo sempre per il segnavia 205 giungeremo a Bocca di Forno, dove un profondo canalone taglia il crinale e precipita vertiginosamente sulla sottostante Valsugana. Le sue ripide pareti oltre ad essere molto suggestive rappresentano un didattico spaccato dei calcari grigi, e qui una sosta sarà doverosa. Toccheremo infine il Pizzo di Vezzena (1908 m) caratterizzato dal rudere del forte austriaco risalente ai primi anni del 900, scavato quasi completamente nella roccia. Ardito per la sua struttura imponente, ma allo stesso tempo aerea; fuso e proiettato nel prolungamento della cima, il forte non passerà inosservato ed indifferente.
Ritornati sui nostri passi fino a Bocca di Forno, scenderemo per tracce verso Sorgente di Val Postesina attraversando una pecceta caratterizzata da numerosi e colossali abeti rossi dal curioso portamento a candelabro. Una comoda strada forestale, segnavia 220, passando per Malga di Porta Manazzo ci porterà al punto di partenza chiudendo così l'anello.


  • Difficoltà: E (Escursionistico)
  • Tempo di percorrenza: 6,5 ore
  • Dislivello: 400 metri

  • Mezzo di trasporto: Mezzi propri
  • Responsabile: Lorena Vettori - Stefano Valente

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Zona dell'escursione

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