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Domenica, 29 Novembre 2015

Chiusura Stagione

Appuntamento Socio Escursionistico-Gastronomico

Con le precedenti escursioni del 10 maggio e del 18 ottobre, abbiamo coperto il percorso dell'Alta Via del Tabacco da Londa a San Gaetano e con quest'ultima escursione, concludiamo in bellezza, percorrendone l'ultimo tratto a nord, che termina a Costa.
Da San Gaetano risaliamo l'omonima valle tra un ampio ventaglio di terrazzamenti, forse i più spettacolari e ben conservati del Canale di Brenta, fino ad incrociare l'Alta Via del Tabacco (350 m).
La bella mulattiera scorre aerea in quota al di sopra degli abitati di Sasso Stefani e Giara Modon per poi scendere in Valgadena. A monte il Coste Grigio, il Col Ballerina, il Coste Nero, ai nostri piedi il Brenta, anima della Valle.
Sul percorso, i ruderi di un'abitazione costruita da una mano colma di pratica ed ingegno ma anche di sensibilità artistica. Questa casa porta il nome del suo costruttore il "Cason di Barbarossa". Come una torre fortilizia è circondata da imponenti e ben costruiti muri a secco che sorreggono i terrazzi di terra coltivabile, ora riconquistati dalla vegetazione spontanea. Sono muri possenti ed aerei, dagli angoli ben profilati, spesso ingentiliti da nicchie e gradini, armoniosamente ed intimamente connessi al terreno che li sostiene. Si dice che il costruttore fosse un uomo burbero, a noi piace immaginarlo scontroso, solitario e libero, capace di "cavare" l'anima alle pietre.
Poco oltre incrociamo una minuscola casetta: il Cason de Insandro, con due stanzette, la cucina e la stalla. Non era una dimora abituale ma veniva abitata durante la buona stagione quando negli ampi terrazzi che la circondano ferveva la coltivazione del tabacco. La mucca, al seguito, faceva la sua parte producendo il letame per ingrassare i campi. Ora il sentiero scende bruscamente sul fondo della Valgadena per risalire altrettanto bruscamente sul versante opposto e riprendere linearità.
Sopra di noi i Loke, chiamati in loco "Puntoni", termine che spiega molto più concretamente le sagome gemelle ed inconfondibili delle due possenti incudini di roccia protese sulla valle. In breve, giungiamo a Col di Cera, luogo amato dal vento. Più famiglie abitavano la grande casa sventrata e ridotta in macerie. Rimane intatto il bel poggiolo in muratura a semicerchio dal quale affacciarsi ed immaginare, non senza un velo di tristezza, come rimiravano la valle gli abitanti della grande casa.
Una breve discesa e siamo a Costa. Abbiamo sulle spalle uno zaino carico di nuove conoscenze naturalistiche e umane, siamo saliti su nuove montagne e abbiamo ripercorso vecchi sentieri. Brindiamo con un buon calice di vino alla stagione appena passata e alla stagione che verrà.


  • Difficoltà: E (Escursionistico)
  • Tempo di percorrenza: 2,5 ore
  • Dislivello: 400 metri

  • Mezzo di trasporto: Mezzi propri
  • Responsabile: Consiglio Direttivo

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